venerdì, 26 Aprile 2024
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Un francobollo per il Meyer

Due occhi di bambino che guardano all'insù, la data della fondazione - il 1891 - e quella di oggi a rappresentare l'unità di intenti e la storia dell'ospedale pediatrico fiorentino diventato una vera eccellenza nazionale. Presentato il francobollo celebrativo, sabato l'Open day per tutte le famiglie

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Gli occhi vispi e gioiosi di un bambino che guarda all’insù, un tratto inconfondibile di matita colorata e due date: 1891-2016. È il francobollo realizzato dall’illustratore Tullio Pericoli per celebrare i 125 anni dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze e presentato oggi, alla vigilia dell’Open day di sabato 27 febbraio dedicato ai bambini e alle famiglie, con incontri, spettacoli e laboratori.

125 anni di eccellenza italiana

Il francobollo nasce come riconoscimento per la storia dell’ospedale pediatrico fiorentino, vera eccellenza sanitaria nazionale. Emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, farà parte della serie tematica dedicata alle “Eccellenze del Sapere”.

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Alla cerimonia di presentazione erano presenti il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri Luca Lotti, l’onorevole Antonello Giacomelli, sottosegretario di Stato del Ministero dello Sviluppo Economico, Domenico Tudini, presidente del’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Alberto Zanobin, direttore generale del Meyer, Gianpaolo Donzelli, presidente della Fondazione Ospedale Pediatrico Meyer, Stefania Saccardi, assessore regionale alla salute, Sara Funaro, assessore alla Sanità del Comune di Firenze, e il professore Paolo Bechi, prorettore dell’area medico sanitaria  dell’Università degli Studi di Firenze.

“Il Governo è qui – ha detto Lotti – per dirvi grazie perché quello che il Meyer fa è sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi due anni ho potuto girare l'Italia e ho incontrato tanta gente che mi ha detto di esser venuta a Firenze per curare il proprio figlio al Meyer. Da fiorentino, pensare che tante donne e uomini affidano i loro figli alle cure di questo ospedale mi inorgoglisce. Il francobollo rappresenta la passione, l'attenzione, la competenza dei medici, degli infermieri, e di tutti quelli che qui lavorano”.

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“Il francobollo – ha aggiunto Giacomelli – può apparire come una cosa vecchia, superata. Non è così. Il francobollo è una voce non vecchia, ma antica. Una voce solenne, l’unica voce che ha lo Stato per esprimere gratitudine a chi fa grande il nostro paese, a chi lo rende più degno di stima”.

porte aperte all'ospedale pediatrico

Sabato 27 febbraio il Meyer aprirà le sue porte alle famiglie per ripercorrere e far conoscere la sua storia attraverso la mostra fotografica allestita all'interno dell'ospedale con le immagini d'epoca concesse dall’Archivio di Stato di Firenze e dall'Archivio storico Foto Locchi.

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la storia del Meyer

Era il 1891 quando, nelle case delle famiglie fiorentine più illustri, fu recapitato il biglietto di invito alla cerimonia di inaugurazione dello Spedale dei Bambini Anna Meyer. La data dell’evento era stata fissata per il 19 febbraio: i primi cinque piccoli pazienti sarebbero arrivati quattro giorni dopo, dando il via a un’esperienza pressoché unica in Europa. Nell’arco di poche settimane, l’ospedale – una delle prima strutture esclusivamente dedicate alla cura dei bambini – cominciò a funzionare a pieno regime, proiettando la città di Firenze nel panorama delle realtà più avanzate nell’ambito della pediatria. In più di un secolo di storia, il Meyer non ha mai tradito la sua vocazione di struttura all’avanguardia nell’ambito delle cure dedicate ai bambini: oggi, quello che i fiorentini chiamarono affettuosamente l’ospedalino, si è confermato un centro di livello internazionale per la cura, la ricerca e l’assistenza dedicate ai più piccoli.

La storia di quest’ospedale nasce sostanzialmente come un atto di amore e di altruismo: quello che il commendatore Giovanni Meyer – un nobile di origine russa – volle dedicare alla memoria della moglie, scomparsa in giovane età. Anna Meyer, una donna di profonda sensibilità, era rimasta sconvolta nel constatare come i bambini malati venissero trattati nello stesso modo riservato agli adulti, senza alcuna distinzione né rispetto per le loro particolari esigenze. Di qui, la decisione del marito di creare un centro solo per loro. In questa struttura sono state scritte pagine importantissime della pediatria italiana e non solo. Quelle che ancora oggi, gli operatori del Meyer continuano a scrivere quotidianamente.

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